C'è qualcosa, nello stare appesi al cielo per ore.
Piccoli puntini che sfrecciano nel blu ai mille all'ora.
Caldo/freddo. Buio/luce. Dormiveglia.
Persi, a chiedersi dove spostare le lancette.
Ogni tanto tremi e ringrazi il dio che tiene su gli aerei.
Ci si perde nel limbo di aeroporti e terminal, come se spazio e tempo fossero del tutto un optional.
Poi casa ha un sapore strano, confortevole immobilità.
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