mercoledì 29 luglio 2009

from india #5: sui giornali



Ci si aggira curiosi tra le stanze della High Court del Karanataka.
Un pò guidati, un pò esibiti.
Il museo, un'udienza, la stanza informatica.
Quando passano i giudici ci si schiaccia contro le pareti di mattoni rossi e ci si inchina riverenti.
Si pranza con il Lord Justice dopo oltre un'ora di attesa.
Chi siete, che fate, da dove venite. Grazie dei fiori. Altro samosa?


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Poi una folla di giornalisti ad intervistare questi italiani venuti da lontanissimo proprio qui.
Perché?
Per vedere com'è. Per vedere come fate voi. Per vedere l'effetto che fa.
Quasi costretti a dire che stanno messi meglio qui.
Non è vero del tutto, ma non è nemmeno falso.

domenica 26 luglio 2009

from india #4: திருவண்ணாமலை

Siamo scesi dal bus come alieni.
Alieni usciti da un posto fresco di aria condizionata, un pò intontiti dal sonno, con grandi occhiali da sole.
Alieni persi in un pezzettino di mondo tagliato in due dai clacson dei camion che fuggono. Al di là e al di qua del cemento capanne, baratti, mucche, bambini, cricket, corvi.








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I sorrisi ricevuti, soprattutto, sconfiggono il caldo soffocante.
Fanno passare subito la voglia di tornare a guardare tutte queste facce dall'alto.

giovedì 23 luglio 2009

from india #3: ITS




Il segreto è non fermarsi mai.
Dalla colazione alle 8 fino a notte fonda (cioé mattina).
Si passa dalle lezioni al pranzo piccante. Dalle visite in posti improbabili a quelle in enormi studi legali, o in istituti per bimbi di strada.
Si viaggia in bus scassatissimi su strade piene di crateri e polvere.
Si finisce la giornata a bere birra in postacci, o salvare cagnolini randagi, o in qualche strada affollata di indiani sbronzi.

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Darsi un appuntamento a Bangalore è impossibile. Si è perennemente persi nell'Indian Time Shift: quel complesso di cose (traffico infernale, caldo, stile di vita) che rende improbabile la puntualità.

lunedì 20 luglio 2009

from india #2: panorama




Come vi immaginate, poi, l'india?
E' così.
Strade bucate, traffico impossibile, marciapiedi inesistenti, polvere, mendicanti, odori e odoracci poi all'improvviso palazzoni posh.
I bus con la gente in cima, i cani randagi, le moto che si muovono in sciami incuranti.
Persone che trasportano enormi sacchi sulla testa, carriole piene di ogni cosa, urla, bambini ai lati delle strade.

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Strade e palazzi mai finiti, e in questi scheletri si accendano falò e lottano gang di cani.
I centri commerciali con i negozzi da via Montenapoleone.
I templi con le galline e i bimbi nel cortile.

sabato 18 luglio 2009

from india #1


Il volo Milano - Francoforte è stato piuttosto ballerino.
Quello Francoforte - Bangalore estenuante (8h e 1/2) e comprensivo di visione di film bollywood (peraltro non male).


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Oggi mercato dei fiori e delle spezie, cioè l'impatto probabilmente più duro che potessimo avere con la città.
Suoni, voci, persone, animali, mendicanti, dèi.. sarebbe sbrigativo etichettare il tutto come un casino non indifferente.
Però la sensazione di trovarsi nel cuore dell'India, quella è impagabile.

martedì 14 luglio 2009

giovedì 9 luglio 2009

impressioni sparse sul live degli U2

Entro per la prima volta a San Siro e non c'è l'erba ma una navicella spaziale.

Le prime quattro canzoni, dal nuovo album, sono il momento peggiore della serata (sarà che non è ancora buio, sarà che semplicemente non sono granché).

Bono ha un ego per cui lo stadio non è abbastanza.

Un altro oh - oh e mi sembrerà di essere al concerto di Vasco.

Uno non si accorge quanto grandi siano le canzoni degli U2 finché non finisce in uno stadio a cantarle con altre 70mila persone. Il lato brutto è che sembra di essere al karaoke e non si sente nulla qi quello che arriva dal palco se non la voce di Bono.


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Cmq non si va allo stadio a sentire gli U2 ma a vedere uno spettacolo assurdo, strabiliante, assolutamente for the masses. Il che copre 2 cose: le difficoltà tecniche di arrivare a tutti e alcune canzoni non all'altezza.

How to Dismantle.. non era un granché ma almeno rendeva dal vivo, questo ultimo album no (almeno non in uno stadio).

Alcune canzoni degli U2 gareggiano per essere l'inno del mondo, e solo quelle.

Strabella Stuck in A Moment in acustico, brividi. E anche Sunday Bloody Sunday, e Walk On, e soprattutto One.

Il finale con Ultraviolet e With or Without You: perfetto, con la mirrorball, in microfono calato dall'alto, la giacca con i led, il delirio totale. Peccato aver rovinato tutto un secondo dopo chiudendo con Moment of Surrender.